CONSUMI NAZIONALI CARBURANTI
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La Società di Pazzaglia e Cacciaguerra prosegue senza sosta la continua ricerca di nuovi settori e di nuove pregrammazioni per il futuro.
Grazie all’incontro con Andrea Pagliarani, Jader Zani e Davide Santoli si è creata questa opportunità per svariare in settori non solo energetici ma anche di servizio.
Marina App è una applicazione che consente a tutti i clienti stagionali degli stabilimenti balneari di poter condividere il proprio ombrellone nei momento in cui non lo occuperanno.
Tutto questo attraverso la supervisione del gestore dello stabilimento e con un vantaggio in termini di costo da parte del nuovo potenziale cliente.
Per Pazzaglia titolare di uno stabilimento balneare a Cesenatico si tratta di una splendida idea che sicuramente aprirà nuovi orizzonti dal punto di vista organizzativo all’interno degli stabilimenti.
Inutile girarci intorno. Quella dell’arresto dell’amministratore delegato della Maxom Bunker, una delle maggiori società del settore, sotto l’accusa di essere coinvolto in un’associazione a delinquere internazionale dedita al riciclaggio di gasolio libico, è una brutta notizia. Che lambisce per più di un motivo l’immagine dell’industria petrolifera italiana, almeno in parte e per diverso tempo miope sulla portata di questi traffici. Una delle peggiori notizie pubblicate in questi anni sulla Staffetta. Di comunicati della Guardia di Finanza e delle Procure della Repubblica sul dilagare dell’illegalità nella distribuzione dei prodotti petroliferi in redazione ne sono arrivate tante, mai però con così tanti dettagli, inclusi nomi, cognomi e indirizzi degli indagati. Una ricostruzione, frutto di un anno di indagini, che scoperchia qualcosa di più delle solite frodi e dei soliti ignoti. Erano anni che si parlava di traffici illeciti con la Libia. Ora però ci sarebbero le prove. E nessuno può più voltarsi dall’altra parte. Una frana di cui al momento è difficile prevedere gli effetti. Che arriva tra l’altro in concomitanza con la notizia che Daphne Caruana Galizia, la giornalista uccisa a Malta lunedì con una bomba che ha fatto saltare in aria e incendiare la sua auto, si stava anche lei occupando di traffici petroliferi triangolati sull’isola mediterranea, come del resto la stessa indagine siciliana ha potuto accertare. Ripetiamo, sotto qualunque profilo la si voglia leggere una brutta notizia.